Il Colloquio Transalpino– ex Colloquio di Tailloires di alcuni anni fa– ha avuto luogo luogo in Francia a Menthon-Saint-Bernard, località nei pressi del lago di Annecy a circa 50 km da Ginevra.
Responsabili scientifici di questa iniziativa sono F.Duparc e R. Roussillon, e l’organizzazione è di matrice franco-svizzero-italiana – per la SPI Chiara Rosso e Maria Vittoria Costantini- sotto il coordinamento di J. Ben Simon.
Il tema scelto per quest’anno propone una riflessione sul rapporto tra corporeità e prime forme di simbolizzazione, che si svilupperà sia attraverso brevi presentazioni teoriche sia nel lavoro di gruppo degli ateliers clinici.
L’intento degli organizzatori è mettere a confronto le diverse impostazioni teoriche e cliniche degli speakers, che provengono da tre diverse realtà geografiche, promuovendo in tal modo scambi e riflessioni anche tra culture psicoanalitiche differenti ( per la SPI, parteciperanno Simonetta Diena e Daniela Alessi).
Di seguito troverete l’introduzione al Colloquio, il Programma e la scheda di iscrizione.
«Emozione, corpo e simbolizzazione»
Il colloquio detto de Talloires rinasce dalle sue ceneri sotto il nuovo nome di “Colloquio transalpino”, poiché si delocalizza. Questo colloquio riunisce da 50 a 60 partecipanti provenienti dalla Svizzera dal nord Italia, e dal GLP-Rhône-Alpes per la Francia. Tale ristretto numero è stato scelto perché il colloquio desidera dare il massimo spazio possibile agli scambi tra gli analisti e all’esplorazione teorica e clinica su questa tematica e tutta l’ organizzazione è pensata in questa ottica, per la durata di tre mezze giornate tra l’11 e il 12 novembre. Ciascun gruppo componente propone due presentatori, uno per la riflessione teorica e uno per il gruppo clinico. I presentatori sono degli starters di discussione e di scambio , e le relazioni devono restare tra i 20 e 30 minuti al massimo. Le relazioni teoriche devono essere centrate soprattutto sulla presentazione di un argomento attorno ad uno dei temi messi in discussione. L’accento è posto sugli scambi e la riflessione collettiva. Gli organizzatori F Duparc et R Roussillon hanno il ruolo di animatori della discussione ma anche di “filo rosso”del processo di discussione collettiva in cui l’obiettivo è di supporto alla riflessione gruppale per far progredire l’approfondimento del tema.
Le presentazioni cliniche (presentate durante la prima parte della seconda mezza giornata) devono anche queste essere relativamente brevi, 20 , 30 minuti, e, se lo si desidera, la seduta può essere preceduta da una breve contestualizzazione, l’essenziale tuttavia è che vengano riportate le parole esatte del paziente e dell’analista relativamente a quel frammento di seduta.L’ascolto gruppale è centrato sulla perlaborazione collettiva del tema (e non si tratta in alcun modo di una forma di supervisione).
Argomento: François DUPARC et René ROUSSILLON
Le tematiche relative alla sensorialità e alla sensualità sono state trascurate per molto tempo dalla letteratura psicoanalitica francofona. Solamente a partire dagli anni ’70 alcuni autori hanno cercato di contestualizzare questi temi nell’ambito del processo di simbolizzazione.
Il pittogramma (P.Aulagner), i significanti formali di (D.Anzieu), il rappresentante psichico della pulsione (S.Freud, P.Aulagner, A.Green), la motricità nella relazione d’oggetto di P. Marty e M.Fain o ancora gli studi sull’imitazione di E.Gaddini, rappresentano altrettanti tentativi di conferire valore alla sensorialità e alla motricità sensoriale. Si disegnano così le prime forme di simbolizzazione del corpo e della relazione col corpo in base all’evidenza fornita dalla clinica. Secondo Aulagner e Green, il concetto di rappresentante psichico della pulsione rappresenterebbe un tentativo di differenziazione tra affetto, emozione e rappresentazione, o ancora, una prima forma di rappresentazione attraverso l’affetto quale abbozzo della rappresentazione psichica. Queste diverse ipotesi e posizioni teoriche
non hanno suscitato, come all’epoca avrebbero potuto, una particolare attenzione nel mondo psicoanalitico malgrado dischiudessero scenari fecondi riguardo ai rapporti tra la corporeità e le prime forme di simbolizzazione. Alcuni recenti lavori ci fanno pensare che sia giunta l’ora di concentrare nuovamente la nostra attenzione sul versante clinico e metapsicologico di questi aspetti.
Sulla base di quanto è stato appena delineato la nostra riflessione collettiva ci orienta verso una tra le possibili direzioni, tuttavia il nostro pensiero dovrà necessariamente nutrirsi anche di altri orientamenti teorici e di tradizioni metapsicologiche diverse al fine di avviare un dibattito che sia attuale su entrambi i fronti, quello clinico e quello teorico. L’obiettivo centrale dunque, è quello di esplorare il luogo dell’emozione all’interno della relazione del soggetto col proprio corpo e di individuare le prime forme di simbolizzazione che accompagnano l’individuo nel processo di “abitare il proprio corpo”.
Sabato 11 novembre
14.00 Ateliers clinici
Simonetta Diena (Milan, SPI) Transformations