Ne “Il Poeta e la Fantasia”, (1909) Freud comincia scherzosamente riportando la richiesta che il cardinale Ippolito D’Este avrebbe mosso a Ludovico Ariosto, a proposito del suo libro “Orlando Furioso” : “Messer Lodovico, dove mai avete trovato tante corbellerie?” Dove attinge il poeta il materiale per le vicende che ci va esponendo? E come riesce a commuoverci così intensamente? Seguendo il suo interesse per le origini e lo sviluppo, Freud fa risalire la fantasia all’esperienza del gioco dell’infanzia. Per Freud l’arte era un territorio dove si poteva dare un appagamento illusorio ai desideri arcaici di un individuo. Winnicott riprende e sviluppa questo modello nella sua teoria dello spazio transizionale, “area intermedia che chiamo luogo di riposo perché quando l’individuo vive in quest’area non è impegnato a distinguere tra realtà fattuale e fantasia” Lo spazio transizionale è l’area del gioco, nella quale si possono unire le fantasie interne ed il principio di realtà. Il rapporto che l’area transizionale ha con la realtà è sostenuto da un apparente paradosso, che è poi il paradosso della creatività, la famosa domanda del Cardinale D’Este. “Il bambino crea l’oggetto del gioco ma l’oggetto era lì in attesa di essere creato e di venire investito dal desiderio.” (Winnicott, Gioco e realtà, 1971) È la mancanza di distinzione tra soggettività ed oggettività che rende questo spazio potenziale. Questa area di esperienza è utilizzabile durante tutta la vita, e non solo da bambini. È l’area, più in termini generali, dove si collocano nell’età adulta le esperienze culturali, quelle spirituali, quelle estetiche. E tornando a molti autori, è l’area del piacere “terribile” dato dall’arte.
Divagazioni sull’Arte
Divagazioni sull’Arte
Psichiatra, psicoanalista, membro ordinario con funzioni di training della Società Psicoanalitica Italiana. Lavora da molti anni nel campo delle patologie dell’alimentazione ed è autrice di alcuni lavori sui problemi relativi a tali disturbi. È docente alla Scuola di Specializzazione di Psicoterapia di Gruppo (IPPG)
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