Pensare l’impensabile è l’ossimoro ritenuto pertinente dal gruppo di ricerca sull’antisemitismo per accostarsi al tema della Shoah.

L’autrice affronta la Shoah, presentando un  lavoro congiunto a Chicago al 46° congresso IPA, evento tragico ed «unico» nella storia dell’umanità sullo sfondo di un antisemitismo tuttora presente, vivo e pervasivo: se fino all’avvento del nazismo l’antisemitismo si concretizzava attraverso la segregazione, la ghettizzazione, i pogroms, le ondate di persecuzione più o meno ricorrenti, l’ideologia hitleriana dichiara ed impone che ogni ebreo venga fisicamente e definitivamente liquidato dalla faccia della terra senza via di scampo; questa liquidazione ha trovato vasta e concreta realizzazione attraverso i mezzi di distruzione di massa. Chi non è morto nei campi di sterminio, nei ghetti, nei massacri, è sopravvissuto come un «cadavere vivente» ed ambulante (Diena, 500), ovvero mortificato nel corpo e nell’anima.


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